Casalduni e la vicina Pontelandolfo sono ben conosciute dagli storici. Qui, proprio nella prima metà di agosto, è stata fatta una delle rappresaglie più sanguinose della storia del brigantaggio: tutti gli uomini furono uccisi dai bersaglieri su ordine di Cialdini, le donne violentate,le case bruciate. Centinaia di morti per vendicare il massacro di 40 soldati torturati e uccisi a colpi di bastoni e pietre. Un po’ come avvenne a Falluja in Iraq nel 2004 quando gli americani si vendicarono coni gas
sulla popolazione. Oggi di questo sangue e di questo odio non resta nulla, scavallando le colline coperte di olivi e vigneti si awerte solo un senso di pace e di benessere. Però bere il vino di questo angolo del Sannio emoziona, ricorda le parole di Veronelli su un’ altra strage, quella dei contadini a Melissa. Ci arriviamo per visitare una piccola azienda Fosso degli Angeli, condotta da Marenza Pengue e Pasquale Giordano, nata con l’olio e dal 2009 impegnata anche nel vino: falanghina, aglianico, ma anche un gran bel fiano. Perché ve la segnaliamo? Per un motivo fondamentale: si è partiti con il piede giusto: i bianchi in commercio sono del 2013 e adesso, a circa un anno dalla vendemmia, si inizia ad imbottigliare il 2014. Si tratta del primo caso in Sannio e dobbiamo segnalare perché come è noto i bianchi campani guadagnano sempre tantissimo quando hanno la posisbilità di riposare in cantina scapolando almeno una estate. Proprio come è awenuto Per il Fiano di Avellino e, in modo meno significativo, con il Greco di Tufo. Quando una piccola cantina decide di fare questo passo vuol dire una sola cosa: ha intuito che per stare sulmercato bisogna proporre qualcosa di diverso, giocare sempre sulla qualità e l’esperienza dimostra che tutto questo viene dal tempo. La Falanghina 2013 appare dunque in splendida forma, è emozionante, e noi la beviamo contenti che queste storie di sangue adesso si possano leggere solo nei libri di storia.