PRODUZIONE ANNUALE MEDIA
2100 bottiglie
RAJETE
Denominazione: Sannio DOC Aglianico
Certificazione: Biologico cod ente IT009
Zona: Casalduni – Guardia Sanframondi
Uve: Aglianico 100%
Anno d’impianto Vigneto: 2001-2018
Terreno: argilloso calcareo tufaceo
Altitudine: 420 mt. s.l.m. media vigneti
Esposizione: sud sud-est / ovest
Allevamento: cordone speronato 4500 ceppi/ha
Production: 60 ql./ha
Epoca di raccolta: fine ottobre
Raccolta: manuale in cassette
Vinificazione: macerazione lenta delle uve leggermente pigiate per circa 30 giorni, svinatura e
pressatura delle vinacce. Affinamento 80 % acciaio 20% barrique per circa 12 mesi, affinamento in bottiglia per circa 12 mesi
Descrizione: Ha un colore rosso porpora molto intenso, al naso rivela una trama fruttata ampia e concentrata, in cui si alternano amarene e prugne mature. All’assaggio offre una struttura tannica di buona finezza e una decisa freschezza. Note balsamiche accompagnano un frutto polposo arricchito da venature di liquirizia e spezie
abbinamenti
L’Aglianico è perfetto per affiancare carni alla griglia e arrosti, ma anche per essere accostati alla selvaggina come anatra, fagiano, capriolo e cinghiale.
E’ perfetto anche per essere abbinato a taglieri di salumi e formaggi come il famoso caciocavallo stagionato e poi grigliato e servito con il pane. Ricetta nostrana, consigliatissima per chi non l’avesse mai provata, è l’abbuoto, una sorta di salsiccia grigliata, fatta con un mix di interiora di agnello , con l’aglianico RAJETE ci va a braccetto.
CENNI STORICI
È un vitigno antico, probabilmente originario della Grecia e introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo a.C. Una delle tante testimonianze della sua lunga storia è il ritrovamento dei resti di un torchio romano nella zona di Rionero in Vulture, provincia di Potenza. Non ci sono certezze sulle origini del nome, che potrebbero risalire all’antica città di Elea (Eleanico), sulla costa tirrenica della Campania, o essere più semplicemente una storpiatura della parola Ellenico. Testimonianze storico-letterarie sulla presenza di questo vitigno si trovano in Orazio, che cantò le qualità della sua terra natia Venosa e del suo ottimo vino. Secondo altri, il nome originario non deriva da Elleanico o Ellenico che poi divenne Aglianico durante la dominazione aragonese nel corso del XV secolo, a causa della doppia l pronunciata gli nell’uso fonetico spagnolo ma dal suffisso “anicus” che in latino sta a indicare appartenenza a qualcosa e dal termine “llano” che in spagnolo significa pianura, sicché aglianico non è altro che il vino della pianura, all’epoca romana vino di non qualità e quindi definito latino.
L’Aglianico è il vitigno a bacca nera più diffuso nel Sannio Beneventano. Identifica perfettamente la vitivinicoltura sannita, essendo da secoli coltivato nelle aree a maggiore vocazione della provincia, dove si è adattato in maniera perfetta ai diversi ambienti collinari.